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Un articolo di Sara Signorini - esperta cinofila

Uno degli argomenti più discussi in ambito cinofilo è la sterilizzazione. È un tema abbastanza difficile da trattare perchè sembra che ognuno, esperto o meno, abbia la sua opinione in merito e molto spesso si sentono teorie del tutto opposte tra loro. In questo articolo, cercheremo di analizzarlo in maniera specifica, tenendo in considerazione il sesso del nostro amico a quattro zampe, e cercando di smascherare alcune teorie che potrebbero trarre in inganno. La scelta di sterilizzare il proprio cane può essere per alcuni una decisione sofferta, in quanto si pensa di “privare” il cane della sua normale attività sessuale. Tuttavia, è bene tenere a mente che sterilizzare il proprio cane, indipendentemente se maschio o femmina, non è mai una scelta egoistica o crudele! È esattamente il contrario.

L’errore umano più comune è quello di antropomorfizzare l’animale, ossia di pensare al cane come se fosse un uomo. La natura impone al cane la ricerca di una compagna con cui fare dei cuccioli per garantire la conservazione della specie (cosa molto diversa per noi uomini). Partendo dal presupposto che la sterilizzazione non sia una “scelta naturale”, ad oggi non possiamo evitare di pensare a come sarebbe possibile sostenere la crescita esponenziale di cuccioli che ci sarebbe secondo natura. Se ognuno di noi lasciasse il proprio cane libero a seguire il suo istinto naturale di procreazione, cosa succederebbe? Saremmo in grado di trovare una sistemazione per tutti? Ogni giorno sentiamo notizie di canili e rifugi che hanno enormi difficoltà nel prendersi cura dei molti cuccioli “fatti e abbandonati”.  

Inoltre, sebbene la scelta di sterilizzare possa essere considerata contro natura, non farlo ed impedirgli di accoppiarsi è altrettanto innaturale. Limitazioni di questo tipo possono causare molto stress nell’animale, fino a sviluppare patologie fisiche e psicologiche. Pertanto, la sterilizzazione, a volte, permette al cane una vita sicuramente più serena.

Non c’è alcuna prova scientifica che dimostri che la sterilizzazione possa gravare sulla salute psicofisica del nostro amico a quattro zampe. La femmina non sente il desiderio di “diventare mamma” come può naturalmente capitare a noi crescendo, e il maschio non sarà “meno macho” se non vivrà questa esperienza. Questi preconcetti sono il frutto della nostra tendenza ad umanizzare il cane attribuendogli pensieri che, in realtà, non ha.

Un altro motivo che dovrebbe spingerci a prendere questa decisione è la prevenzione in ambito sanitario. Sterilizzare una femmina significa diminuire le probabilità di sviluppo di disturbi e patologie all’apparato riproduttivo, quali cisti ovariche, tumori, gravidanze isteriche, eccetera. Allo stesso modo, per il maschio, la sterilizzazione può prevenire iperplasie prostatiche e contrastare stati intensi di irrequietudine.

Constatata l’esigenza di sterilizzare in determinate situazioni, il dubbio che spesso sorge è quando farlo. Per quanto riguarda le femmine, la risposta è preferibilmente prima del calore. Vi è una diffusissima credenza che la cagna “debba fare almeno un calore” o, addirittura, una cucciolata prima della sterilizzazione. Tuttavia, questa teoria non ha alcun fondamento scientifico, sebbene si stiano tutt'oggi conducendo diverse ricerche sull'argomento. Al contrario, esistono numerosi studi che riconoscono come la femmina sterilizzata prima del calore presenti probabilità infinitamente inferiori di contrarre malattie tumorali all’apparato riproduttivo rispetto a quelle sterilizzate dopo uno, due o tre calori. Nelle femmine sterilizzate prima del primo calore la percentuale di rischio di contrarre malattie è sotto l’1%, mentre per le altre, la probabilità si può alzare fino al 60%.

Ma parlando invece del carattere del nostro amico a quattro zampe, molto spesso si manifesta la paura che questo possa cambiare in seguito alla sterilizzazione. In linea di massima, questo non succede quasi mai. In alcuni casi, soprattutto per quanto riguarda cani che presentano un’aggressività legata al testosterone e alla territorialità, la sterilizzazione potrebbe decisamente migliorare la situazione. Al contrario, se l’aggressività deriva dalla dominanza del cane, sarà difficile che la sola sterilizzazione possa migliorare la situazione. Probabilmente però, la conflittualità con i simili si diminuirà, in quanto un cane sterilizzato non viene percepito come un antagonista dagli altri maschi, e perciò sarà tendenzialmente meno coinvolto negli spiacevoli battibecchi tra cani al parco!


Infine, un’altra credenza popolare è essere convinti che una diretta conseguenza della sterilizzazione sia l’aumento di peso.  Niente di più sbagliato! Infatti, se si nota un aumento di peso dopo l’intervento, probabilmente il cane in questione era sovralimentato già prima. Lo stress derivante dalla mancata procreazione (soprattutto nel maschio) risultava essere un ottimo brucia kcal; e, nel momento in cui questo stress si placa, gli effetti di un’alimentazione scorretta si fanno sentire. Altro errore collegato al discorso dell’antropomorfizzazione è, di fatto, la tendenza nel dare più cibo del necessario, soprattutto dopo operazioni come questa, credendo che possano “riparare alla privazione” che abbiamo fatto subire al nostro cane.

La sterilizzazione si presenta dunque come uno strumento capace di apportare benefici scientificamente provati ai nostri amici pelosi. Sebbene non sia una scelta del tutto naturale, in certi casi, è sicuramente la più appropriata e responsabile.

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